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di Aline Isserman, con Alain Bashung, Mireille Perrier, Josiane Balasko
(Francia, 1993)
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Due soli casi d'incesto, su cinquanta, giungono sul tavolo del giudice istruttore; così istruisce una scritta al termine del film. Storia della verità di una bambina confrontata con quella di un adulto ("che ha avuto 40 anni per imparare a mentire"), storia dolorosa della giovane e coraggiosa Alexandrine che il padre molesta e la madre ignora, ma che gli educatori, psicologi, giudici sostengono (fin troppo esemplarmente per essere, ahimè, credibili) nella sua difficile rivolta,. L'OMBRE DU DOUTE convince ed attira, per i suoi contenuti indubbiamente seri; ma commuove relativamente, per la sua forma inutilmente arzigogolata. Che è quella un schematica (tutti i buoni da una parte, i cattivi - come il padre, interpretato dal povero Bashung senza la necessaria ambiguità - dall'altra) del dossier televisivo delle venti e trenta. Con una sua presunta eleganza: che se - più che giustamente - sceglie la strada dell'allusione, poi si affanna a volerci dimostrare l'inspiegabile. Sotto forma d'uccellacci che tradurrebbero le devianze, deformazioni ottiche o dominanti cromatiche supposte simboliche, mascherine da carnevale e personaggi favolistici ai quali si riservano taumaturgiche facoltà consolatrici. Restano i dati di un problema, sufficientemente collocati in una loro drammatica, inequivocabile urgenza: per fare di L'OMBRE DU DOUTE un film che non sarà inutile vedere.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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